giovedì 5 novembre 2020

Annuncio Vincitore Echantillon della Carboneria 2020

 

Il Comitato Segreto delle Carbonerie Ludiche assegna l’Échantillon della Carboneria 2020 a

 

Dialect

di

Kathryn Hymes e Hakan Seyalioglu

 

Siamo convinti che non tutti apprezzeranno questa scelta, Dialect ha saputo essere un gioco divisivo. Ma la verità è che oi lo riteniamo una delle più pure rappresentazioni di game design per giochi narrativi degli ultimi 10 anni e ne siamo tutti estimatori innamorati.


Poche volte abbiamo visto un gioco così semplice nelle meccaniche, nella messa in moto, poter dare così tanto.

 

Un game design semplice, che si concentra su pochi elementi, che talvolta lascia fuori dalle regole molti aspetti chiedendo di ancorarsi soltanto a quanto definito e per il resto lasciar correre l’improvvisazione e la fantasia.
Eppure ci sono due aspetti meccanici che non possono essere affatto ignorati:

 

Il primo è quello centrale che da senso a tutto il gioco. La spinta costante e centrale a modificare la lingua in uso, ancorandosi alle scene, agli eventi significativi che provocano le differenze semantiche che via via fanno evolvere una lingua o addirittura ne fanno nascere una nuova. E qui, con le carte, con l’uso delle strutture alla base del parlare umano, il gioco diventa preciso e ti sostiene. Bastano poche ore, pochissime, e nella tua memoria vengono impressi a fuoco termini unici e particolari, che a loro volta sembrano riportarti alla mente una vita vissuta attorno al senso di quel termine. Quanti giochi di ruolo o narrativi possono dirsi così efficaci? Riteniamo ben pochi.
Le carte sono intriganti ed efficaci e danno quel tocco meccanico che sembra rendere tutto più concreto.

Il secondo è quello delle meccaniche per l’avvio della partita, che ci hanno conquistato per la loro semplicità d’uso (poche frasi da leggere e alcune scelte da attuare, la separazione delle ere) ma efficacia effettiva nel condurre i giocatori.
Non solo, ma questa meccanica iniziale permette certamente a chiunque voglia di produrre scenari propri, una ricchezza enorme e un’opportunità per tutti.

 

Dicevamo all’inizio che non tutti apprezzano questo gioco in cui, molto spesso, sembra di stare in un completo free-form dove la vera volontà di costruire una storia deve mettercela il giocatore. Critiche che comprendiamo in parte, perché è vero che il gioco disorienta e fa un passo più in là in alcuni aspetti fondamentali. Ad esempio, non è un gioco che basa i suoi meccanismi sul conflitto tra personaggi all’interno della storia, una cosa a cui tutti sono poco abituati. Ma che è una piccola rivoluzione che sarebbe da apprezzare e sostenere.
Ancora, è un gioco che non fornisce (passando da una struttura metanarrativa o passando dall’evoluzione dei personaggi) un arco narrativo preciso e coerente. E bisognerebbe capire che il protagonista di questo gioco rimane “il linguaggio” e il gusto dei giocatori di manipolarne uno, con una sua “storia”. Anche questo è un punto di vista rivoluzionario che dovrebbe essere apprezzato e sostenuto.
Non sono i personaggi che si interpretano nella storia i protagonisti, ma è la lingua che parlano ad esserlo. E quei momenti che viviamo sono i momenti in cui il protagonista ha una crescita evidente, in cui vive la sua storia e aumenta la sua abilità. Così come vediamo la sua vita, nascere, raggiungere l’apice, spegnersi.

Questi aspetti così strani lo rendono un oggetto difficile da manipolare quanto più uno rimane ancorato a modelli usuali del gioco narrativo e di ruolo, ma sono forse proprio quelli i suoi aspetti che più meritano il premio.


Forse l'unico vero difetto è un qualcosa che non entra nel merito del nostro giudizio, ed è rappresentato dalla cura dell’edizione italiana che ci è parsa davvero molto improvvisata, e che presenta colpevoli problematiche (ci saremmo aspettati una localizzazione con le istruzioni per la base latina direttamente nelle regole del manuale e non a fondo del gioco, magari anche auspicare per un articolo di un linguista italico di pari valore all’articolo presente nel manuale originale). O anche a un rapporto totalmente mancato con la comunità italiana che già prima della localizzazione aveva prodotto del materiale e che è stata totalmente ignorata. O ancora il fatto che abbia passato più tempo “fuori catalogo” che disponibile in questo ultimo anno editoriale.

Complimenti sentiti agli autori, cresciuti certamente in una comunità di gioco fertile, ma che da esordienti hanno saputo regalarci qualcosa di realmente originale, semplice e innovativo.

 

Qui trovate il gioco e tutte le informazioni: https://narrattiva.it/it/shop/libro/dialect/

Qui due recensioni interessanti: https://www.storiediruolo.com/dialect-recensione-giocata/

https://www.tomshw.it/culturapop/dialect-la-recensione-del-gioco-di-ruolo-sullevoluzione-e-la-morte-del-linguaggio/

Qui alcuni scenari aggiuntivi: https://mammutrpg.eu/giochi/

 

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