I giochi che entrano in nomination per l'anno 2019 nella
categoria Medaglia "Giuseppe Mazzini" sono:
- Dunqora (edito da Dreamlord) di Alberto Tronchi e Daniel Comerci
Anche quest’anno i due ragazzi sotto l’etichetta
Black box tornano a deliziarci con un prodotto solido, con un’ottima idea di
base (che avevano già abbozzato qualche tempo fa, con un modulo avventura e che
qui ci presentano in modo completo in un manuale d’ambientazione completo anche
di regolamento), un semplice ma significativo e solido sviluppo del sistema
Fate Accelerato. Tutto funziona in modo ben oliato e ci viene offerta in Italia
l’occasione di giocare un bel fantasy canonico col sistema di Fate.
Entrambi gli autori ci sembrano in forma e il pacchetto nel suo complesso ci
sembra essere addirittura il miglior prodotto uscito dalla loro etichetta nell'ultimo triennio. Forse adombrato solo dal tema, spesso sovrappopolato nel mondo dei giocatori
di ruolo e narratori di storie, di cui però sentivamo davvero tanto il bisogno.
- Shidee (edito da Terra dei Giochi) di Fabrizio Botto
Un autore praticamente esordiente e l’opportunità di
un editore praticamente nuovo, ma con gran fiuto. Un soggetto poetico alla base
di un gioco intimo per due giocatori. Raccontare la breve storia di un legame tra
un lupo e un*ragazz*.
Il gioco è apparentemente semplice, ma è una vera ventata di freschezza e di
ottime idee applicate al bel gioco. Si usano forse tanti oggetti per un gioco
per due (dadi a 6 facce, carte francesi da ramino, segnalini, una tabella da
tenere presente, volendo anche carta per appunti), ma le meccaniche funzionano
e fanno il loro dovere: intimità, conflittualità all'interno di un rapporto di
amicizia uomo-animale, ma anche confronto scontro tra natura(animale) e
cultura(umana), tutto veicolato in modo efficace e intelligente. Qualche
ingenuità nella scrittura, con alcune fasi non così chiare una volta che si
mettono in gioco e un evoluzione dall'apertura della scena alla creazione del
conflitto non sempre fluida e funzionale. Il manuale comunque si spende molto
in aiuti, supporti ed esempi.
Non entrano in giudizio ma si
segnalano le bellissime immagini, molto ispirate e ispiranti. In negativo un’impaginazione
e scelta dei materiali forse non all'altezza, supponiamo legate ad inesperienza
editoriale.
- Oscura Minaccia (edito da Vas Quas Editrice) di Giovanni Micolucci
Si tratta in fondo di una riedizione migliorativa di
un gioco uscito con un altro titolo (Il Mio Fantasy, apprezziamo di più questo
rebranding) circa 5 anni fa. Un gioco Fantasy certamente ma molto anomalo per
gli standard a cui siamo abituati: si creano e giocano personaggi da subito
molto potenti e competenti, sebbene siano segnati da fragilità nelle loro
motivazioni, nelle certezze o nei legami. Il gioco è breve, una storia potrà
prendere 5 ore, o se preferite una o due sessioni di gioco (all'italiana) al
massimo. Si possono creare saghe, continuando a giocare gli stessi personaggi,
o magari i discendenti, ma essenzialmente si parla di storie singole. Le
meccaniche, che sfruttano riserve di dadi a 6 facce, si apprendono velocemente,
scorrono bene, veicolano bene il rapporto di andata e ritorno con la narrazione
(si segnalano in particolare le scene di recupero e legame) e forse difettano
solo, in assoluto, di una non così profonda variabilità tattica. Ma se alla
lunga potrebbero stancare, sinceramente non ce ne siamo mai resi conto, grazie
alla brevità del gioco.
Il ritmo è incalzante, con un climax evidente provocato sempre da quell'Oscura Minaccia del titolo. La scrittura è chiara e solida, con un testo ben
organizzato. Ennesimo Fantasy, ma uno dei pochissimi che sono sempre da tenere
nello zaino per poterlo proporre in ogni momento.
- I Viaggi Straordinari (edito da Origami Edizioni) di Eleonora Guggeri e Fabio Attoli
Ci sono due aspetti fondamentali nella scelta di considerare
questo gioco nella strettissima (per quest’anno) short list dei nominati di
quest’anno: il primo è certamente il tema, che si rifà a Verne, ai romanzi di viaggi
e avventura e a tutto il filone che ha creato, mancava qualcosa del genere in
Italia, forse non ce ne eravamo accorti, ma ora ci chiediamo come avessimo
fatto a farne a meno; il secondo è la scelta di cimentarsi sfruttando il
framework dei Powered by the Apocalypse, forse una scelta commerciale, ma
comunque coraggiosa e che aiuta a distinguerlo da molto materiale originale
italiano. Certo, non possiamo non sottolineare purtroppo come l’autore abbia un
po’ sottosviluppato il sistema “PbtA”, con scelte talvolta discutibili e
totalmente in controtendenza con lo spirito originale di tale framework di gioco,
quasi un ritorno in tradizionale, ma non ci è chiaro se questa sia stata una
scelta (che non approviamo molto) o piuttosto un’ingenuità di incomprensione
profonda (che può capitare ai primi approcci con questo meta-sistema che solo
apparentemente è semplice). Il manuale comunque è chiaro, semplice, pratico e
invoglia subito a giocare, dimostrando in fretta di saper farci andare lì dove
vogliamo.
Non entra nel
giudizio, ma abbiamo gradito molto le illustrazioni e l’impaginazione, che ci
portano con la fantasia lì dove vorremo stare col gioco raccontato.
Memento ludere semper
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