Il Comitato Segreto delle Carbonerie Ludiche assegna la Medaglia Giuseppe Mazzini 2018
a
Be-Movie
di
Helios Pu, Samuele Vitale, Stefano
Pancaldi e Davide Pierantoni
Le
motivazioni vanno ricercate nella grande cura dedicata al game-design di un
gioco che si mostra essere più innovativo di quanto non si possa pensare a una
prima occhiata.
Troviamo ci sia stato un grande lavoro in sottrazione, che parte da una
profonda conoscenza e affetto per il cinema (soprattutto quello tra gli anni
’60 e ’80) e che si conclude con un’oculata scelta delle meccaniche proposte al
giocatore per far rivivere storie cinematografiche d’antan.Sono molte le chicche offerte da questo manuale ma vogliamo soffermarci sulle due che più ci hanno colpito:
La scelta di evitare ogni genere di elemento aleatorio demandando ogni risultato e conflitto a una gestione delle risorse e di quello che in gergo tecnico viene definito “fictional positioning” ossia l’arte di raccontare in modo consapevole e strategico in modo da potersi avvantaggiare quando scatta la definizione dell’esito delle azioni.
La scelta di puntare su una costruzione del personaggio (anzi appena prima della costruzione, alla definizione del blurb) che si agganci ad alcune parole chiave che se ripetute o ricercate durante la storia permettono al giocatore che le cita di avere poteri maggiori nel controllo della storia e negli esiti. Questo elemento è stato usato da pochi designer nella storia (ricordiamo Annalise, RavenDeath o Il Posto delle Fragole, sebbene possano esserci altri esempi) e raramente con così tanta efficacia e semplicità.
Particolarmente gradito il tentativo di offrire ai giocatori un’esperienza di gioco coerente, chiara e funzionale verso uno stile, per chi è interessato a questi dettagli, fortemente Right to Dream.
Altrettanto gradita la forza di sapersi distaccare completamente da un filone di giochi che (troppo a lungo) è rimasto influenzato dal pattern dei wargame (da cui tutto partì) per affacciarsi a un nuovo paradigma più consapevole delle dinamiche sociali del racconto come opera di gruppo e più interessato a gestire il flusso e i diritti narrativi dei giocatori al tavolo, che nel gruppo si avvicendano.
A corollario di tutto ciò, un manuale molto preciso, chiaro e mai pedante.
Il
regolamento nel suo insieme è composto da poche regole facili da imparare e da
assimilare e permette giocate dirette che possono concludersi anche in poche
ore e questo lo rende adatto ad essere giocato anche in ambienti famigliari,
scolastici, di laboratori (biblioteche, commissioni cultura, strutture
educative) e certamente adatto ai “casual gamer”.
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